Via Po è una delle arterie principali di Torino. Venne edificata durante la seconda espansione urbanistica di Torino (1663), promossa grazie all'aiuto dell'architetto Amedeo di Castellamonte e dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia. Collega piazza Vittorio Veneto a piazza Castello ed è fiancheggiata dai portici tipici della città, lungo i quali si trovano negozi e antichi palazzi. Nel lato settentrionale le strade laterali sono attraversate trasversalmente dai portici: realizzati nel 1819 su progetti di Ferdinando Bonsignore ed Ernesto Melano, permettevano al re una passeggiata al coperto da piazza Castello verso piazza Vittorio Veneto.
La via ospita la maggior parte delle librerie della città, nonché la sede storica dell'Università di Torino fondata nel 1404. Degno di nota è anche lo storico Caffè Fiorio, meta di intellettuali e politici per tutto l'Ottocento e ancora oggi ritrovo molto apprezzato dai torinesi.
La via termina in quella che fino alla fine del XVIII secolo fu la piazza d'Armi e che nel 1825, dopo l'abbattimento di parte della cinta muraria e l'edificazione del Borgo Nuovo, venne intitolata piazza Vittorio Emanuele I e in seguito Piazza Vittorio Veneto.
La via deve il suo nome all’importante collegamento tra il centro cittadino e il fiume Po. Il ponte che lo attraversava dà accesso alla strada per Casale Monferrato ed il Piemonte meridionale: fu inizialmente denominata Contrada del Po, e solo dal secolo successivo si iniziò a parlare di via Po.