Diversamente da quanto il nome lascerebbe supporre, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è un grandioso complesso monumentale architettonico barocco, ha l'aspetto di una sontuosa reggia piuttosto che quello di una semplice residenza di caccia.
L'opera fu voluta dal re Vittorio Amedeo II, che nel 1729 commissionò al siciliano Filippo Juvarra, suo architetto di corte, la costruzione di un luogo di ritrovo e di festa da utilizzarsi prima e dopo le grandi battute venatori.Anche per Stupinigi, come per tutte le sue opere, l'architetto Juvarra ha mano libera: sceglie personalmente pittori, ebanisti e tappezzieri, svolgendo tuttavia una rigorosa sorveglianza stilistica, fornendo indicazioni, schizzi e disegni. Dopo la partenza di Juvarra per Madrid (dove morì nel 1736) la sua opera fu continuata da valenti architetti che completarono i lavori senza comprometterne l'unità stilistica, furono aggiunti due nuove ali laterali, realizzate soltanto nel 1759.
Inaugurata il 5 novembre 1731, la Palazzina non soltanto ospitò balli, concerti, banchetti e visite di stato, ma divenne anche una delle residenze estive preferite dalla famiglia reale, che la frequentò fino ai primi decenni del Novecento.Nel 1803 la struttura fu scelta da Napoleone come casa di campagna, nella quale soggiornava durante le sue soste in Piemonte. Il complesso architettonico è caratterizzato da una perfetta simmetria assiale, con un corpo centrale dal quale si dipartono quattro braccia che disegnano un doppio cortile, creando una mirabile compenetrazione fra interno ed esterno e, oltre la cancellata, un cortile d'onore esagonale. All'esterno la cupola è ornata da una balaustra con pinnacoli e sormontata da un cervo in bronzo dello scultore Francesco Ladatte. All'interno del complesso architettonico è ospitato il Museo di Arte e di Ammobiliamento, nel quale sono esposti, oltre agli arredi della Palazzina, anche quelli provenienti da altre residenze sabaude.